Il cimitero di Fallo fu costruito verso il 1917.

Nel 1920 in paese ci fu portato il telefono, ma solo nel 1958 si è avuta una cabina a beneficio del pubblico.

L’acqua vi fu portata nel 1936.

Nel 1960 fu edificato l’asilo infantile e nel 1964 il palazzo scolastico.

All’uscita del paese, dalla parte di Civitaluparella, si trova il monumento ai caduti eretto nel 1929, e su cui furono segnati i nomi dei caduti di Fallo nel conflitto mondiale 1915-18.

Verso il 1947 si aggiunsero i nomi dei caduti nella seconda guerra mondiale.

Sulla colonna si legge:

Pel sacrificio eroico

Dei suoi figli migliori

Tutti riviventi

Nella vivente vittoria

Della patria grande

La piccola loro patria

Innalza al cielo

Il segno immortale

Del suo amore

E della sua riconoscenza

Sono ancora vivi, nella memoria delle persone più anziane del paese, vari episodi riferiti al periodo relativo all’ultimo conflitto mondiale. Alcuni di questi episodi confermano le inutili atrocità di una guerra, altri sono esempi di vera solidarietà.

Poco dietro la casa parrocchiale, su un portale è stata trovata la seguente iscrizione: "D.B.F.L. 1797 OCCIDIT MORDENS", e sotto queste parole si vede un serpente trafitto con una spada.

Su un messale con fine rilegatura si trova scritto: "MDCCCIX" e poi "ANNO DOMINI 1822: PROC. BLASIO DE LOLLIS AUGUSTINO DE VITO DONATO ROSATO".

Su una croce processionale si trova inciso "CRUCEM (argenti) HANC NUMINIS SURREPTISQUE ARCHYPRESBITERI ET LOLLENS IPSE FECIT 1732".

Fallo, è la patria della famiglia De Lollis, da cui nacque il celebre filologo e critico Cesare De Lollis. Una via del paese è pure dedicata allo scrittore e patriota Alceste De Lollis.

La chiesa parrocchiale è ad una sola navata, semplice; fuori in muratura ordinaria, senza uno stile particolare. Dentro è pitturata abbondantemente, anche sul soffitto, su disegno del pittore Cesare Napoleoni di Roma, con dipinti voluti dal sacerdote Giulio Zuffardi di Roma (parroco del tempo) ed eseguiti negli anni 1938-1939.

Non esistono documenti che parlino dell’origine o della storia della parrocchia: natura e incuria hanno distrutto tutto. Sul portale della chiesa in passato si trovava la data del 1715; oggi quella pietra non esiste più.

La chiesa era stata lesionata gravemente dal terremoto del 1933, per questo fu necessario il suo completo restauro. Fu probabilmente in quell’occasione che si rifece pure la casa parrocchiale, di fronte alla chiesa, dove era prima del terremoto. Fino al 1929 la casa parrocchiale si trovava in altro sito, a circa trenta metri di distanza.

La chiesa parrocchiale è dedicata a S. Giovanni Battista e possiede vari oggetti che possono ritenersi preziosi. Il quadro della Madonna sopra all’altare maggiore rappresenta la Madonna del Divino Amore tra S. Giovanni Battista e S. Nicola. Ai lati della navata sono presenti sei altari, tre sul destro ed altrettanti sul sinistro.

In un documento del 1935 si legge:

"La chiesa parrocchiale, in muratura ordinaria senza intonacatura esterna, sorge nella strada orientale; è sufficiente ai bisogni della popolazione. Non è iscritta al catasto. Ha unica navata con quattro altari laterali oltre al maggiore. Di qualche valore la "Mater Divini Amoris" (forse copia d’autore) sita nell’abside; belle pure le statue del protettore S. Vincenzo Ferreri e di S. Rocco nelle nicchie dei rispettivi altari; mentre la pittura S. Antonio Abate e S. Antonio di Padova e le statue della Madonna del Carmine, della Madonna del Soccorso e del Rosario che stanno sui due ultimi non hanno pregio di sorta. Esistono anche le statue di S. Giuliano martire e di S. Rosalia di Palermo, di S. Giustina Vergine e Martire, del Salvatore Risorto, del Cristo morto, dell’Addolorata e di S. Giovanni Battista (titolare della chiesa).

Sotto il pavimento della chiesa si fece un piccolo vano con lo scopo di adibirlo a vari usi. È così che per qualche tempo fu usato come fienile, poi come deposito di legna ad uso della congrega, che non aveva alcun titolo. Nella visita del 14 ottobre 1939 il vescovo ordinava di eliminare quel vano, prima di qualunque altro lavoro da eseguirsi in chiesa, facendo notare che si trattava di un "grave inconveniente che proibisce di fare funzioni religiose nella chiesa parrocchiale". Attualmente il vano esiste ancora.

Si racconta che tale vano fosse originariamente addirittura adibito ad ossario cui si accedeva tramite una botola posta al centro della navata. Sembra inoltre che, prima del restauro, il pavimento fosse fatto di lastroni di pietra viva.

Il campanile è attaccato alla chiesa, vicino alla facciata; ha forma semplice. È sormontato da una croce. Vi sono tre campane ed è privo d’orologio. Nel 1935 si scriveva: "E’ in buone condizioni, bisognoso di rivestimento in cemento".

Sulla seconda campana non si notano iscrizioni degne di essere riportate.

Sulla più grande si legge:

"AD HONOREM S. VINCENTII FERRERI SACRATA UT SUA INTERCESSIONE MALIGNITATEM AERIS TEMPESTATIS FUGET. DEVOTIONE ET LARGITIONE POPULI CONFECTA A. D. 1883 JOSEPH CASTRACANE SINDACUS – ALESSANDRO MARINELLI E SUO FIGLIO ENRICO FUSERO".

Sulla terza campana si legge:

"IL POPOLO DI FALLO ESULTANTE PER LA RICONQUISTATA AUTONOMIA CIVICA OFFRE QUESTA CAMPANA ALLA CHIESA PARROCCHIALE A PERENNE RICORDO NEL 1963 "

Nella Piazza S. Maria sorge la chiesa dedicata alla Madonna del Soccorso, sopra la quale si erge la torretta dell’orologio pubblico. Nel 1935 si faceva notare che la chiesa non aveva né altare, né balaustra, né pavimento e mancava d’intonaco. Ora invece è tutto stato fatto in marmo.

Al di fuori sopra la porta si legge:

"D.O.M. STEPHANUS DE AMICO SACERDOS ET SINDACUS OPERE ET SERMONE HANC ECCLESIAM S. MARIAE SUCCURSI PECUNIA AC POPULI LABORE AEDIFICAVIT A.D. 1871 "