"Nel 1463 Antonio Caldora, prevedendo l’esito infelice della lotta contro il re, prima di vedersi assediato dentro il castello di Vasto, si ritirò coi suoi in Riparella (Civitaluparella), castello forte e inespugnabile, perciocché posto in luogo eminente, lasciando a difesa di Vasto il cognato Raniero di Lagni. Assediato in Civitaluparella, riuscì ad ingannare i nemici e ne uscì coi suoi, e mandò il figlio Restaino a trattare col re la sua resa, ma proprio in questo frattempo venne fatto prigioniero e condotto al castello di Aversa. Tuttavia il re lo fece liberare appunto perché fatto prigioniero mentre trattava con lui. Intanto Civitaluparella si consegnava al re. Questi offriva al Caldora di vivere onoratamente a Napoli con la moglie ed i figli. Ma Antonio, col pretesto di fare delle cure nei bagni di Baia, ottenne di allontanarsi dal suo soggiorno obbligato, si recò a Roma, quindi a Fermo, e poi si ridusse a vivere e morire in miseria a Jesi."