IL GRAMMOFONO
 
La casa, come molte altre di Fallo, è ormai fatiscente, il tetto è sfondato, le vecchie porte spalancate, i solai pericolanti, ma a vederla nell'insieme comunica ancora quel senso d'intimità e di sicurezza che tutte le case del nostro paese trasmettono. Quanta gente è entrata ed uscita da quelle porte, quante persone si sono affacciate da quelle finestre e quante storie quelle mura, se potessero parlare, avrebbero da raccontare.
Una delle ultime volte in cui si parlò della "Case di la Valivecchie" (casa di Borgo Valle Vecchia) fu in occasione di una delle tante disquisizioni in merito ad eredità mai divise ed a successioni mai pagate.
La casa in questione rientrava proprio in questa casistica e chi ne parlava ci aveva vissuto per molti anni. Ne ricordava, ovviamente, ogni particolare: la cantina con il torchio e le botti, il camino, le stanze con tutte le suppellettili e la loro disposizione.
Come sempre accade per le vecchie case, dei mobili non era rimasto nulla: per alcuni ci avevano pensato il tempo ed i tarli a renderli inservibili, molti altri erano misteriosamente spariti per poi ricomparire perfettamente restaurati in qualche appartamento di città, altri, infine, erano scomparsi parecchi anni prima lasciandosi dietro molti ricordi e, spesso, delle storie.
Il grammofono di cui si tratta, oggetto già prezioso di per sé ai tempi in cui si svolge la nostra storia, lo divenne ancora di più nel momento della sua scomparsa proprio perché legato ad uno di quegli episodi destinati a restare impresso negli annali di una famiglia. Il periodo è quello tristissimo dell'ultimo conflitto mondiale che, come, abbiamo già avuto modo di narrare, tanti lutti e dolori ha portato nel nostro paese. I protagonisti, una coppia allora giovane, che viveva proprio nella casa di Borgo Valle Vecchia.
Si era nel momento in cui la guerra aveva ormai raggiunto il culmine della sua crudeltà e neppure un paese piccolo come il nostro era immune dalle incursioni dell'esercito tedesco che rastrellava gli uomini per condurli al fronte. Fu così che il giovane sposo si trovò ad essere inseguito dai militari proprio nel momento in cui stava per rientrare a casa.
Mancano molti elementi per stabilire con precisione come si svolsero i fatti, ma sembra che i soldati durante l'inseguimento avessero usato anche le armi, sparando verso l'uomo in fuga che cercò scampo rifugiandosi in casa, ma uscendo poi dalla porta sul retro.
I militari irruppero nell'abitazione trovando la giovane moglie, che nonostante il comprensibile terrore (certamente consapevole di tutto ciò che poteva capitarle), riuscì a mantenere il sangue freddo ed a mentire sulla presenza del marito in casa. Sicuramente li invitò a cercarlo nelle camere e li condusse nella stanza dove, tra gli altri mobili, faceva bella mostra di sé un grammofono con i relativi dischi dell'epoca.
Non è dato sapere come si svolsero i fatti, perché il racconto difetta di testimonianze dirette, ma probabilmente i militi stanchi di cercare, attratti dall'oggetto che certamente doveva essere di ottima fattura e soprattutto invogliati dalle lodi che ne tesseva la donna, cessarono di interessarsi del fuggiasco, preferirono il grammofono e dopo pochi minuti uscirono dalla casa portandosi via il prezioso mobile con i relativi dischi.
Certamente, se questo non fosse successo, qualcuno oggi avrebbe un grammofono antico che farebbe bella mostra di sé in qualche salotto, ma forse avrebbe dovuto fare a meno dell'affetto di una persona cara e noi non avremmo potuto raccontare il coraggio di questa nostra compaesana.
 
LO SPAZIO DI TUTTI