YUUU, SANTA ISTINE, CHI DISTINE...
La gestione e lo smaltimento dei rifiuti sembra che sia stato sempre un problema che ogni paese nel mondo ha cercato di risolvere nel miglior modo possibile. In Italia la raccolta differenziata è relativamente giovane e forse alcuni ancora ricordano i tempi in cui tutti gli scarti prodotti dalla famiglia venivano conferiti in un unico contenitore che veniva poi svuotato dall’operatore ecologico. Ad esempio, negli anni sessanta del novecento a Roma, nei condomini, i secchi contenenti l’immondizia venivano lasciati davanti alla porta dei singoli appartamenti diversamente da come avveniva a Londra dove la spazzatura doveva essere portata in grossi contenitori posti al difuori del palazzo. Naturalmente era un’operazione che doveva essere fatta giornalmente per evitare le immaginabili conseguenze, ma sembra che qualcuno considerasse quest’incombenza particolarmente scocciante se non addirittura gravosa. È il caso di una nostra compaesana che trovandosi, appunto, a Londra da qualche anno, forse in un giorno un po' più complicato degli altri, dovendo come ogni mattina depositare il sacco o il secchio con il pattume fuori, colta da un estro poetico e usando “ad arte” la parola inglese dustbin (pattumiera) declamò i versi che seguono:

Yuuu, Santa Istine
chi distine
ogni matine
nchi stu dasbine!

“uh, Santa Giustina, che (brutto) destino, ogni mattina, con questo dustbin!”.

Si suppone che il nome della santa in questione sia stato evocato soltanto per una questione di rima e non come protettrice, che so, degli operatori ecologici, anche perché detta santa viene venerata a il sette ottobre perché in quel giorno del 1571 la flotta della Lega Santa sconfisse quella turca. Niente a che vedere quindi “nchi lu dasbine”.

 
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