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ed entusiasmante scoperta della natura. Fantasticavamo fra un'avventura e l'altra o durante il loro svolgimento. Eravamo guerrieri sulle cime delle montagne (spesso questi giochi seguivano alle letture degli episodi riportati dai libri scolastici di storia), eravamo pionieri in nuovi territori, eravamo giganti, pigmei, insomma tutto ciò che desideravamo essere in quel momento. Il mondo ci svelava tutti i suoi meravigliosi misteri. C'erano anche atti di crudeltà, come tirare pietre alle lucertole ed ai serpenti o staccare le zampe ai grilli per vederle muovere. Tuttavia queste penose esperienze contribuirono alla nostra crescita. Ma le esperienze più sofferte sarebbero arrivate con la guerra.

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CAPITOLO SESTO

- Oltre il mare del sud: l'Italia mai vista -

Come già detto, sul finire del 1939 conseguii la necessaria ammissione d'esame per entrare al Ginnasio e saltai la quinta classe delle elementari, cioè l'ultimo anno della scuola dell'obbligo di quei tempi (oggi gli anni sono otto). Mio padre assunse un tutore privato nell'estate del 1939 a Napoli perché mi preparasse agli esami di ammissione che superai nei primi di settembre. Poiché in quei tempi non c'erano licei a Fallo, fu deciso che avrei frequentato il primo anno delle Superiori a Palermo presso il Ginnasio-Liceo Giuseppe Garibaldi che era adiacente alla Pensione Aurora Svizzera dove mio nonno materno, Carmine Di Gironimo, lavorava come chef. Rimasi a vivere con mio zio e mia zia, Giovanni ed Esterina Mariano, in Via Ugo Bassi a pochi passi dalla scuola dove completai il mio primo anno di studi nel 1939-1940.

Vivere permanentemente in una città fu una fantastica esperienza per me. Palermo, differentemente da Napoli, non aveva un bel lungomare. La zona del porto era soprattutto commerciale e non presentava alcuna attrattiva. Il centro di Palermo era molto affollato ed aveva numerosi ed eleganti negozi. Due larghe strade, Via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, tagliavano una porzione di città (Quattro Canti di