LA CUCINA
Non sono sicuramente io la persona più adatta per parlare di cucina. Fallo ha un'invidiabile tradizione di cuochi e loro hanno sicuramente molta più voce in capitolo di me per quanto riguarda l'arte culinaria.
Personalmente, posso soltanto limitarmi ad elencare una serie di cibi e bevande che mi ritornano in mente adesso e che hanno segnato la mia vita di bambino al paese. Non è un caso che io abbia usato il termine SEGNATO; alcuni dei piatti e delle bevande dell'elenco che segue non hanno rappresentato, almeno per me, il massimo della prelibatezza.
Per iniziare potrei citare ad esempio il famoso PANE CUOTTE. L'ho assaggiato, ripeto, da bambino e non ne sono stato entusiasta, anche perché mi è stato propinato in un periodo di convalescenza in cui il mio stomaco non era nelle condizioni migliori per digerire l'aglio. Magari, provandolo di nuovo ora, potrebbe anche piacermi.
Bisogna dire, poi, che le verdure cotte non mi hanno mai fatto impazzire, ma, ogni tanto, mi viene voglia, se non altro per curiosità, di assaggiare di nuovo FOGLIE, PATATE E PIZZE DI GRANDINIE (verdura cotta, patate e pizza di granturco). La pizza, ovviamente, cotta nel forno a legna.
Certo, potendo scegliere, preferirei qualcosa di molto più sfizioso. Forse non è quello che di solito si definisce un pasto leggero, ma un piatto di SAGNE o di STRANGULAPRÌEIETE NCHI LU SUCHE DI TURCINIELLE è sicuramente migliore di una porzione di verdure.
Altrettanto calorico e piatto tipicamente invernale era (purtroppo l'imperfetto è d'obbligo) la SFRITTE, cucinata in inverno quando "z'accideve lu puorche" (si ammazzava il maiale).
L'uccisione del maiale era sempre occasione di festa (tranne, ovviamente, che per l'animale). Si riunivano tutti i parenti a dare una mano e tutti partecipavano al banchetto finale. Il maiale, veniva ammazzato recidendogli la vena giugulare in modo da poter raccogliere il sangue che era poi utilizzato per farci LU SANGHINACCE. Era questa un'altra prelibatezza (e questa volta non scherzo) da me più volte provata spalmata sopra alle PIZZELLE. Adesso, sopra alle pizzelle, si possono spalmare una serie di surrogati più o meno pubblicizzati, ma la merenda fatta con pizzelle e sanghinacce era tutta un'altra cosa.
Le bevande, poi, meritano un discorso a parte. Soprattutto quelle fatte passare per medicamenti. Credo che molti ricordino LU VINE CALLE (vino rosso portato ad ebollizione) bevuto per sedare i sintomi del raffreddore, ma non tutti sanno che esisteva LU VINE FIRRATE (vino rosso in cui veniva tuffato l'attizzatoio del camino in precedenza arroventato sulla fiamma) e LU DICOTTE DI PAPAMBRUNE (decotto di papaveri utilizzato contro l'insonnia).
Le maggiori controindicazioni di questi medicamenti erano le dosi: nessuno conosceva la quantità massima da assumerne. Si narra così di casi di raffreddori degenerati in cirrosi epatiche e di episodi di bambini che hanno dormito per tre giorni e tre notti di seguito. Non conosco i nomi dei bambini che, a tempo loro, hanno subito il trattamento del decotto di papaveri, ma posso supporre che, se sono ancora in vita, facciano uso abituale di sostanze oppiacee.
L'elenco delle prelibatezze naturalmente non finisce qui, ne sanno sicuramente molto più di me gli esperti cuochi di Fallo cui lascio la parola, anzi, la rete ed a cui chiedo scusa per le probabili imprecisioni nella mia descrizione delle ricette.
A loro ed a quanti vorranno avvalersi di questo spazio per permetterci di deliziarci ancora della nostra buona cucina, va, fin d'ora, il nostro grazie. (Comprimi)