NGIORNE, SERE, IUTE, STATE, OGNUNE A CASA SÈ

Il personaggio che pronunciava questa frase non era conosciuto da tutti e, forse, ormai è stato del tutto dimenticato. Era questo il suo modo di esprimere la voglia di essere lasciato in pace e, da parte sua, di non dare fastidio.

È tipico della gente dei paesi, ma anche di quella dei quartieri popolari delle grandi città, di interessarsi dei fatti di tutti; alcuni lo fanno per una forma spontanea di solidarietà, altri per mera curiosità personale. Naturalmente, non tutti sono disposti ad accettare tale costume ed anche il nostro personaggio, ai suoi tempi, deve aver avuto la stessa opinione. Nella frase da lui coniata, infatti, sono presenti i pochi elementi che, a suo parere, avrebbero dovuto costituire i temi di un colloquio: i reciproci saluti, un breve accenno alle cose fatte e.ognuno a casa sua! La frase aveva quindi il chiaro scopo di invitare l'interlocutore al massimo della stringatezza, senza lungaggini verbose.

La forma dialettale della frase non è perfetta perché la persona che la pronunciava aveva qualche problema di dizione. La giusta locuzione avrebbe dovuto essere: "BONGIORNE, BONASERE, ADDÒ SI IUTE, ADDÒ SO STATE E OGNUNE A LA CASA SÉ" (buongiorno, buonasera, dove sei andato, dove sono stato e ognuno a casa propria).

Nonostante ciò, ancora oggi le persone più anziane del paese ripetono la frase esattamente così come noi ve l'abbiamo proposta.

GNA' DICETTE CULLE...