LA CAVALCATA PROCESSIONALE

di De Nino

E come no? Quando ve lo dico io che non iscrivo romanzi, ci dovete ben credere. Sì, dunque: una cavalcata processionale.

La festa è per la Madonna della Neve, ai cinque di agosto in Bugnara (L'Aquila).
I preparativi cominciano un giorno innanzi.
Quali sono quelli della cavalcata? Enne Enne, Enne Enne.
Si debbono domani, all'ora della processione, radunare tutti sotto la chiesa del Rosario, sul ponte del Rivo.
E la mattina dopo, sul ponte del Rivo, sono radunati trenta o quaranta, più o meno, tra cavalli, muli e asini con altrettanti sacchi di grano sulla nuda groppa.
La processione parte dalla chiesa Matrice: le solite confraternite, i soliti preti e qualche frate sbandato. Sul ponte del Rivo è in ordine già la cavalcata. Asini, cavalli, muli, sfilano innanzi alla processione pedestre. Sopra i sacchi del grano, cavalcano i padroni del frumento e delle bestie. La pompa villereccia non manca in quei cavalieri.
Dai cappelli sventolano nastri a vivi colori. Chi va innanzi porta un elmo formato di spighe di grano.
Tutti poi, a tracolla, come la fascia degli ufficiali di picchetto, portano grossi ciambelloni di pasta.
La processione cavalleresca e pedestre, giunge alla chiesa della Madonna della Neve, a un mezzo chilometro dal paese. Si ferma per la messa parata; e, subito dopo, si rimette in moto per tornare dond'era partita.
Nella piazza, innanzi la chiesa del Rosario, finisce la parte religiosa.
La parte economica, cioè il grano, finisce nel provvisorio granaio dei deputati della festa, e poi nel granaio definitivo dell'arciprete.

 
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