Proponiamo di seguito una carrellata di tradizioni e detti legati a varie festività del mese di Agosto. Alcune di tali tradizioni non sono più in uso, ma altre resistono ancora e, insieme ai detti, rappresentano certamente un prezioso patrimonio da conservare nel tempo.

I brani sono tratti dal libro "CREDENZE USI E COSTUMI ABRUZZESI" di Gennaro Finamore.

FESTE DI AGOSTO

Oltre alle tre feste più conosciute di questo mese (San Lorenzo, San Rocco e l'Assunta), vi sono anche altre solenni festività, ma soprattutto usanze non da tutti conosciute. Di seguito ne riportiamo alcune.

Dell'antico Ferragosto (Feriae Augustales) vi sono ancora tracce nelle nostre tradizioni. Nel corso del mese si fa strage di polli, ma è di rito mangiarne al primo giorno.
È usanza anche che "A Sante Caitane nchi la purchette 'n mane" (A San Gaetano con la porchetta in mano). Nel seminario di Lanciano, una volta, oltre ai polli, gli alunni avevano, a pranzo, nel giorno di San Gaetano (il giorno 7) una razione di porchetta e se ne mandava anche ai medici e ai confessori dell'istituto.
Nella penultima domenica, festa di Santa Maria della Pietà, a Lanciano era di rito mangiare i polli che, insieme coi maccheroni, facevano gli onori anche delle mense più povere. Durante il giorno poi, tra molta allegria di popolo, nel quartiere di Civitanova, si svolgevano le corse di persone con la testa nelle bigonce.
Nella notte precedente la stessa domenica in Gessopalena, usava portar serenate, con musica di tamburi e pifferi, ai confratelli della Congregazione di Santa Maria dei Raccomandati. Dopo la cantata, a spese della Cappella, si appendevano all'anello della porta di ciascun confratello un rotolo di maccheroni e un rotolo di carne. Ora, ovviamente, si canta solamente.
Nel corso del mese, e specialmente verso la fine, si fanno osservazioni per trarne previsioni intorno al prossimo inverno e alle raccolte future.
Se la mattina del Ferragosto cade la rugiada, nell'anno appresso abbonderà il grano (Archi).
Nella notte che precede la Madonna della Neve (il 5), se le pecore riposano con le gambe stese in avanti 1'invernata sarà dolce, se con le gambe piegate sotto il ventre, sarà rigida (Castiglione a Casauria). A Pescocostanzo, la stessa osservazione si fa al 31 del mese e si suole dire: si la pèchere dorme a zampette, l'annate é strette (letteralmente: se la pecora dorme con le zampe incrociate davanti, l'annata è stretta).
A li quìnice d'auste, si lu sole cale chiare, é bbone la mmernate, si cale vrette, la mmernate é strette (il quindici di agosto, se il sole cala chiaro, l'invernata è buona, se cala torbido, l'invernata è secca) (Lanciano).
A Montenerodomo, la stessa osservazione, per trarne la stessa previsione, si fa nella sera del primo e in quella dell'ultimo sabato del mese.
 
Tradizioni popolari abruzzesi