I SARACENI A VILLAMAGNA

FONTE: www.guidabruzzo.it

All'inizio dell'ottavo secolo le incursioni saracene lungo le coste d'Italia hanno lasciato tracce dovunque con incendi e con cristiani fatti prigionieri e resi schiavi per essere venduti.
Dopo la battaglia di Lepanto nel 1501, i cristiani riportarono una vittoria sui Turchi. Da circa quattro secoli in Villamagna, piccolo paese della provincia di Chieti, il 13 luglio si rinnova la vicenda dei Saraceni che, sbarcati furtivamente sulle coste del vicino Adriatico, si spinsero lungo la Valle del Foro per assediare Villamagna, ma furono fermati da Santa Margherita, patrona del luogo. A Villamagna si rivive ogni anno il miracolo operato dall'amata protettrice.
Nativa della Bisidia (Asia minore) e da allora sempre viva nella storia e nella fantasia dei villamagnesi, la sua figura si ascrive nella tradizione celebrativa di giovani che rinunciano ad un una vita di piaceri e di cose comuni per abbracciare il superiore modello della santità. Detta santa, nel lontano 1566, salvò il popolo di Villamagna dai Saraceni. Costoro, infatti, guidati da Pialy Pascià, dopo aver firmato un armistizio con il duca di Calabria (figlio di Ferdinando d'Aragona), si erano diretti dapprima con scarsi risultati verso le isole Tremiti e poi sulle coste abruzzesi mettendo a ferro e fuoco Ortona, Francavilla e la badia di Santo Stefano in Rivo Maris sul fiume Sinello.
La rappresentazione inizia. I Saraceni, accampati nei dintorni di Villamagna, prima di attuare il loro piano d'assedio e di devastazione, mandano in avanscoperta un drappello di uomini per spiare se il paese è protetto da una guarnigione e preparare quindi l'attacco.
Giunti nei sobborghi della cittadina, mentre i tre uomini scrutano la zona, improvvisamente appare una fanciulla che sbarra loro il passo. Dopo averli intimoriti, la misteriosa ragazza sparisce. I soldati che accompagnavano il drappello si arrestano sconcertati, poi si consultano e decidono di riferire l'accaduto ai loro comandanti.
Ma le nuvole minacciose non si diradano. I soldati tornano di nuovo e si spingono vicinissimi al paese. Provocano alcuni focolai d'incendio, con l'intento di terrorizzare la popolazione prima del saccheggio.
Ma si ripresenta la misteriosa giovanetta: Ancora una volta, le parole della giovane che è appena sparita, sconvolgono i piani dei Saraceni. Nonostante questo essi non rinunciano ai loro tristi propositi: decidono di far intervenire lo stesso il grosso della truppa per cingere d'assedio Villamagna.
I Saraceni, baldanzosi e spavaldi, preceduti dalla fanfara raggiungono le porte della cittadina. Quando tutto ormai sembra perduto, un altro evento straordinario interviene a fermare la loro marcia: una trincea di fuoco si accende davanti ad essi.
Per la terza volta appare la strana fanciulla.
Di fronte a questi prodigi, sbigottiti e toccati

dalle parole della coraggiosa fanciulla, i soldati si sbandano intimoriti e fuggono disordinatamente.
Nei pressi della località chiamata "La Croce" i Saraceni avvertono che una forza misteriosa si oppone ai loro piani, ricompongono i drappelli e stabiliscono di risparmiare Villamagna dal saccheggio e dalla morte. Riposte le armi si riavvicinano per entrare pacificamente nella cittadina, attraversano le vie principali e fraternizzano con i villamagnesi. Li ritroviamo in piazza, dinanzi alla chiesa madre, ove si conclude questa narrazione.
Al termine del giro attraverso il paese, i soldati giungono sul sagrato della chiesa parrocchiale.
Nell'interno, il popolo sta celebrando la novena in preparazione alla festa di Santa Margherita.

Richiamati dai canti e dalle preghiere, alcuni soldati entrano nel tempio e non credono ai loro occhi: riconoscono nella statua solennemente esposta, la strana giovanetta che li aveva fermati lungo la via, pronunciando parole di pace.
Queste constatazioni di meraviglia e di sbigottimento

sono notate da alcuni popolani che si trovano in chiesa, i quali intuiscono che si è trattato di un evento straordinario: la Santa Patrona è intervenuta miracolosamente per risparmiare il paese dalla furia infedele. Subitamente escono dal tempio e a gran voce narrano l'accaduto ai concittadini.
Il momento è caratterizzato da una grande emozione brillantemente resa dall'ingenuità e dall'immediatezza dell'interpretazione popolare: una volta riconosciuta nella giovane apparsa più volte ai Saraceni Santa Margherita, i villamagnesi subito passano la voce agli altri cittadini ed ai Saraceni che ancora frastornati dall'accaduto entrano in chiesa e si convertono al cristianesimo.
Come già detto la festa in onore di Santa Margherita ha una tradizione molto antica, non c'è persona in paese che non abbia saputo dirci qualcosa in merito. Una cerimonia dunque che punta per la sua riuscita sulla vasta gamma dei valori simbolici propri di qualsiasi festa popolare senza far troppo caso al senso meticoloso della ricostruzione storica, ma che proprio per questa sua ingenuità, rende la festa per Santa Margherita in Villamagna una delle più significative tra il vasto repertorio delle tradizioni Abruzzesi.

 
Tradizioni popolari abruzzesi