LA LUNA

Il brano è tratto dal libro "CREDENZE USI E COSTUMI ABRUZZESI" di Gennaro Finamore.

 

Che cosa sono, secondo le credenze popolari, le macchie del disco lunare?

Sono sterco vaccino - 'na cacate di vacche - (Roccascalegna).

Litigando tra loro, il sole gettò in faccia alla luna una palata di sterco vaccino (Ari, S. Eusanio del Sangro).

Il diavolo, vedendo come il mondo era bello: che il giorno era illuminato dal sole, e la notte dalle stelle e dalla luna, per fare dispetto al Creatore, gettò in faccia alla luna una palata di sterco vaccino (Lanciano).

Sono Bertoldo (Bertóleche, Brettóleche) - o Marcolfo (Marcolfe Marcófele) - con un fascio di spini addosso. Questo ladro fu, da una forza superiore, trasportato nella luna mentre con un fascio di spine andava per coprirne la faccia il cui splendore gli impediva di andar rubando alla libera (Vasto, Tornareccio, S. Giovanni Lipioni, Torricella Peligna).

Sono gli occhi, il naso, la bocca di Bertóleche trasportato nella luna (Atessa).

Le macchie della luna sono Marcarélije - Marco Aurelio - (Palena, Roccaraso).

Sono Adamo ed Eva. Quando é luna piena, si vede bene che quelle sono un uomo e una donna nudi. Per punirli del peccato, Gesù Cristo li manda spersi con la luna. Portano un mazzo di spine in mano (Caramanico, Chieti, Popoli, Pescina, Celano, S. Pelino, Aquila...).

Sono Caino, dietro un gran ramo di spino. Commesso il fratricidio, Caino si nascose. Ma fu condannato da Dio a stare nella luna, appunto perché tutti lo vedessero; né gli valse portar seco un gran ramo di spino, che non può nasconderlo affatto (Pietracamela).

Sono Veronica, la quale negò l'acqua a Cristo e, per di più, con un velo voleva togliergli la vista della luna. Ma Cristo comandò che con quel velo gli asciugasse il sudore della faccia, e poi la condannò a stare nella luna con quel velo in mano. Prima di ciò, quella trista di Veronica voleva impedire che Cristo entrasse in una piccola chiesa, sulla via del Calvario, per riposarvi un poco e mise degli spini alla porta. Al vedere quegli spini, disse Gesù Cristo a Veronica: - Piano! La fratta é poca. - e di quegli spini si fece una corona (Frisa, Villa Andreoli, Lanciano).

La luna ha fronte, occhi, naso, bocca, guance ed é propriamente la faccia della Madonna (Víllamagna).

Generalmente si crede che le fasi lunari abbiano influenza sulle variazioni del tempo, sulla vegetazione, sulle operazioni agrarie e domestiche, e sulla vita fisica dell'uomo. Il tempo, buono o cattivo, che fa al principiare di ogni fase, ritienesi che continui per tutta la durata delle medesime. Però, delle quattro fasi, quella che ha maggiore influenza é la prima e il tempo che fa al cominciare della nuova luna, é quello che predominerà nel corso del rispettivo mese. Nell'anno, le maggiori influenze si attribuiscono ai noviluni dei tempi equinoziali.

Se il novilunio di Marzo avviene in tempo piovoso, pioverà ancora, fino all'autunno, opportunamente, e le raccolte saranno abbondanti, ma se fa a tempo asciutto o ventoso, è cattivo indizio (Atessa).

Nei giorni delle quattro tempora di primavera, se spira vento, spirerà anche nei tre mesi della stagione (estate); se é buon tempo l'estate sarà anche buona; se il tempo é nebbioso o piovoso, l'estate sarà umida (Torricella Peligna).

Se una macchia nella biancheria o in qualsiasi stoffa ha resistito alle ordinarie lavature, bisogna aspettare a lavarla alla mancanza della luna di Marzo, perché allora certamente andrà via.

Non si cominciano le cure di primavera se non è finita la luna di Marzo (Teramo, Lanciano).

Il novilunio di settembre dà indizio del tempo che si avrà dall'autunno fino al cominciare della primavera, onde si dice che: - la luna settembrine, sette lune se strascine -.

Sono temute le influenze della luna crescente sulla vegetazione e sulle operazioni agrarie e domestiche.

Così, di regola, si semina a luna scema altrimenti, molti fiori, sempre fiori, e poco frutto. Però, il grano e il granturco fanno eccezione. Si può seminarli senza badare alla luna perché la bionda Cerere nulla ha da temere dalla candida diva.

Potando le viti a luna crescente, le punte dei tralci non indurirebbero, e indefinitamente crescerebbero, a discapito del ceppo e del frutto.

Gl'innesti di ogni maniera si hanno da fare a luna scema, o, tutt'al più, quando la luna non ha più di due o tre giorni. Vijete a cchí nzérte lu prime juorne! Quanti giorni ha la luna allorché s'innesta, tanti anni passeranno per avere il frutto.

La stessa norma, nel piantare i polloni di olivo.

I legnami, affinché resistano al tempo e ai tarli, si ha da tagliarli alla luna scema di Gennaio. Per metafora, di persona che, nonostante gli anni, é sana e vigorosa, suol dirsi: - é state tagliete a la manganze di la lune de jinnare! -

Il vino che non si tramuta a luna scema, a ogni far di luna intorbiderà.

I maiali si devono ammazzare a luna scema o, tutt'al più al primo venerdì della luna nuova (Roccascalegna). - Chi n'accíte lu puorche a la manganze, z'avvirminisce (Lanciano). Ammazzati quando la luna é tenera (dal novilunio a luna piena), oltre che i salami e i salumi non si serberebbero, le budella facilmente si lacererebbero, e la salsiccia verrebbe male.

Per tosare le pecore e per lavare lana od oggetti di lana, si ha da aspettare la mancanza, per evitare che la lana si tarli.

Se per siffatte ed altre operazioni ha cattiva influenza la luna crescente, momento pericoloso, cattivissimo, é quello in cui fa la luna nuova. In quell'istante, qualunque lavoro si abbia tra mano va a male:

se capita a fare il bucato, la biancheria, anche nuova, presto ragna e si lacera;

se metti la chioccia, le uova diventano acquose (z'annacquanisce);

se cogli le frutta, si bacano;

se immergi nell'acqua un bastone, dopo qualche giorno si intarla.

Anche la vita dell'uomo é sottoposta alle influenze della luna.

Se il concepimento avviene alla crescenza, nascerà una femmina;

se alla mancanza, un maschio (Lanciano).

Il momento del parto é determinato dal compiersi delle nove lune. Se il parto avviene prima o dopo, non é regolare.

A luna crescente, sogliono nascere i maschi; a luna scema, le femmine (Vasto).

Se il parto avviene a luna crescente nascerà, nel successivo, una creatura dello stesso sesso. Se a luna scema, il parto successivo ne darà di sesso diverso (Lanciano).

Le eruzioni cutanee, nonché i tumori, crescono al far della luna e mancano col mancare di essa. L'istante in cui fa (volta) la luna é sommamente pericoloso, ma, d'altra parte, anche utile perché se dalla luna cadono sulla terra molti mali, essa stessa, nel rivoltare la faccia, se li riprende. - Quande la luna se revóteche, se 'ngolle tutte difjítte. -

Così, se in quel momento freghi o anche semplicemente tocchi con la mano i porri, il gozzo, i calli, l'ernia, una natta, una glandola etc., questi mali se li prenderà la luna e tu ne rimarrai libero. Tutto sta a toccare, sia di proposito, sia per caso, le parti del corpo malate proprio nel momento che fa la luna, né prima né poi (Caramanico, Chieti, Teramo). Molti che non sapevano di ciò niente, sono restati liberi dai mali che avevano, appunto perché, non volendo, anche nel sonno, hanno toccata la parte malata nel momento che faceva la luna.
Ma, quando non si vuol giocare all'azzardo, bisogna sapere il preciso momento del novilunio, uscire fuori le mura, guardare al punto dove fará la luna e, toccando la parte del corpo che si vuol guarire, ripetere per tre volte:
            • Luna nove,
            • Zzitte si jite,
            • e zzitte si minute:
            • Leveme stù male, che mm'á cadute.
Dopo ciascuna invocazione, recitare un Pater, Ave e Gloria a S. Donato (Chieti). La chiusa della formula accenna all'opinione che i mali, o almeno alcuni, cadano dalla luna.
 
Tradizioni popolari abruzzesi